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Nelle parole di Umberto Eco "scrittore che dipinge, pittore che scrive", si disegna la struttura del linguaggio di Emilio Tadini, che dal flusso infinito delle figure e delle cose trattiene materiali che organizza nel suo discorso visivo, nella sua fiaba dipinta. Quali materiali? Scaglie poetiche frammenti del quotidiano, invenzioni messe lì per suscitare la nostra curiosità, il nostro desiderio di saperne di più, di sognare un poco e di sentire il rapporto fra l'immagine e il testo fra la parola e la figura. Il senso della fiaba per Tadini si compie "Altrove una volta - qui adesso": Oltremare, sul terrain vague della tela e della carta in libertà: sul filo dell'orizzonte, nello spazio magico in trasformazione che custodisce la differenza.